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In questo breve post, cerco di affrontare un argomento leggermente complesso, che riguarda un particolare tipo di alimentazione, la dieta chetogenica. Vediamo che cosa sono i chetoni o corpi chetonici?
I corpi chetonici (acetoacetato, D-B-idrossibutirrato e acetone) sono sostanze prodotte dai reni ogniqualvolta l’apporto di carboidrati scende al di sotto di 50-60 grammi circa al giorno per più di 48 ore di seguito (l’organismo infatti esaurisce le scorte di carboidrati in circa due giorni), per alcuni la quota è inferiore, per altri superiore.
In una dieta che ad esempio preveda un’introduzione di non più di 20 grammi di carboidrati al giorno e principalmente costituita da carne, burro, lattuga e pochi altri alimenti, i corpi chetonici appaiono nel flusso sanguigno nel giro di un paio di giorni ed è possibile verificare la loro presenza da un esame delle urine.
I corpi chetonici sostituiscono i carboidrati eliminati dalla dieta, per continuare a produrre energia estraendola dai grassi, anche senza ossalacetato. A questo punto l’organismo sta disgregando i grassi a scopo energetico. Ma soprattutto, servono per mantenere in vita il cervello, che quindi li utilizzerà al posto del glucosio (non può utilizzare i grassi come carburante).
I chetoni non si possono accumulare nell’organismo, pertanto, o si utilizza subito la loro energia, oppure devono essere smaltiti. Quando iniziano ad accumularsi, per essere appunto smaltiti, ecco che si entra nella condizione di chetosi. Questi chetoni, vengono poi in parte eliminati attraverso la respirazione, le urine e il sudore e quest’operazione servirà anche per tamponare la loro acidità, che altrimenti si accumulerebbe e andrebbe ad incidere sul pH del sangue.
Per favorire tutti questi processi, ci sarà quindi anche maggior richiesta di acqua da parte dell’organismo, che verrà anch’essa eliminata (ed è ciò che poi porta alla perdita di peso consistente. Acqua, non grasso…).
Quando penso a questi complessi passaggi biochimici, mi stupisco sempre… ma ti rendi conto di che razza di macchina complessa e meravigliosa è il corpo umano?
L’organismo è in grado di gestire bene questa situazione, purché sia temporanea.
Per chi segue diete chetogeniche, i corpi chetonici hanno un ulteriore vantaggio di sopprimere l’appetito, rendendo in un certo senso più sostenibile la dieta. In ogni caso, sembra che non siano i corpi chetonici a determinare la perdita di peso, anche perché una persona sana non è in grado di produrne così tanti, neanche seguendo una dieta priva di carboidrati.
Il corpo umano può creare i carboidrati sia dalle proteine, che dalla componente di glicerolo dei grassi. Le persone affette da diabete di tipo I invece, producono una marea di corpi chetonici, perché non riescono ad ottenere i carboidrati in nessun altro modo.
In realtà, le persone sane perdono circa 90 calorie al giorno di chetoni con la respirazione e con le urine, che equivale soltanto ad una piccola parte del pasto, ovvero a 0,012 grammi di grasso, perciò non vale la pena eliminare tanti cibi salutari dalla dieta.
Tornando agli elementi dei corpi chetonici (acetoacetato, D-B-idrossibutirrato e acetone) voglio ricordare ancora un paio di punti molto importanti. L’acetone, prodotto in quantità minori rispetto agli altri corpi chetonici, è eliminato con la respirazione ed essendo volatile, conferisce all’alito un odore caratteristico che, in determinati casi, può essere utile per diagnosticare la gravità della chetosi.
I soggetti diabetici non trattati, producono grandi quantità di acetoacetato, quindi il loro sangue contiene anche quantità maggiori di acetone che, a determinati livelli, diviene tossico. Se la produzione di corpi chetonici diviene molto elevata, l’accumulo di acetoacetato e D-B-idrossibutirrato, possono abbassare il pH ematico, vista la loro acidità, esponendo alla condizione nota come chetoacidosi che, in casi estremi può portare al coma e alla morte.
La chetoacidosi, che non va confusa con la chetosi (che è fisiologica su soggetti sani), è uno stato patologico di produzione incontrollata di chetoni, che porta all’acidosi metabolica. Nella maggioranza dei casi la chetoacidosi è provocata da una deficienza di insulina nel diabete di tipo 1 o negli stadi avanzati del diabete di tipo 2, ma può anche essere il risultato dell’abuso cronico di alcol.
Corpi chetonici e sport purtroppo non formano certo una bella accoppiata. L’attività fisica intensa aumenta le richieste e l’ossidazione di glucosio da parte dell’organismo e, anche se con l’impegno fisico i corpi chetonici vengono ossidati un po’ meglio, questa rimane pur sempre una via metabolica/energetica di ripiego per l’organismo, che può soffrirne le conseguenze a livello salutare.
Continuerò a parlare di chetosi e diete chetogeniche nel prossimo articolo molto dettagliato, intanto spero di averti fornito informazioni inziali, utili a farti capire che questo tipo di approccio, non è certo uno dei migliori da associare a sport e allenamento.
Personal Fitness Trainer certificato ISSA. Motivatore e grande appassionato di sport e cultura fisica. Specializzato in allenamento e corretta alimentazione sportiva.
Muscoli e nutrimento impeccabile, sono il segreto per salute, prestanza e longevità. Ma ognuno necessita del suo programma…
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quindi cosa ne pensi della dieta metabolica?
Ciao Simone, grazie innanzitutto per aver lasciato il tuo commento. Il mio pensiero sulla metabolica, nel contesto sportivo, è abbastanza negativo. E’ un approccio che può funzionare e dare risultati, ma il più delle volte si tratta di un’illusione, data dalla perdita di peso iniziale. E’ chiaro poi che si tratta di un approccionon salutare, perché ovviamente appare super sbilanciata nella gestione dei macros e spesso si scelgono alimenti che lasciano decisamente a desiderare dal punto di vista qualitativo (pancetta, salsicce, formaggi ecc., ricchi di grassi saturi).
La metabolica è comunque una chetogenica a parte i giorni di ricarica ed io non sono molto per questo tipo di approccio, ne ho parlato anche in questo post.
Per seguire una metabolica correttamente, bisognerebbe essere costantemente monitorati, eseguendo spesso la BIA (bioimpedenziometria) per valutare la qualità di massa magra, la massa grassa, l’acqua intra ed extra cellulare, angolo di fase, rapporto sodio-potassio ecc., questo perché si rischia molto spesso il catabolismo. In poche parole, si rischia di perdere massa muscolare.
A mio parere sarebbe molto meglio imparare a regolare bene il quantitativo dei carboidrati al necessario, riducendoli ovviamente nella seconda parte della giornata e nei giorni in cui non ci si allena. La metabolica la vedo più come una soluzione drastica in occasioni particolari, ma in ogni caso fattibile solo per brevi periodi di tempo.
Saluti.
Marco.
“Ma ti rendi conto di che razza di macchina complessa e meravigliosa è il corpo umano?”
Sono daccordo con te Marco… non riesco neanche ad immaginare quante altre reazioni chimiche avvengano nel nostro corpo. Sembriamo delle macchine progettate alla perfezione da… qualcuno.
Si Giuseppe! Grazie del tuo commento…
Bisognerebbe imparare anche a rispettarla di più questa macchina che a volte viene messa a dura prova senza motivo.