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Dare la vita per DUE minuti (preparazione per una gara di Bodybuilding)

preparazione per una gara di bodybuilding

Elucubrazioni da culturisti

[Quando la palestra viene presa “troppo sul serio”…]

Quello che segue è il racconto melodrammatico di un vecchio amico, collega, ex-culturista, durante la fase di preparazione per una gara di Bodybuilding.

[Imprecazione!] Sono già le sette e venti, non so se faccio in tempo ad arrivare dal macellaio, se non trovo i petti di pollo o di tacchino sono rovinato. A casa mi sono rimasti solo dei bianchi d’uovo e quelli mi servono per domattina!

Meno male, è ancora aperto: “Si grazie! I soliti due chili di petto“.

E via di corsa a casa per divorare l’insipido pasto; il sale ormai è quasi off-limits.

Ok tutto a posto, la carne è nel forno, l’insalata è tagliata, le vitamine… le vitamine le ho finite!! La farmacia è chiusa ed io sono in preda al panico. Potrei andare a quella di turno… ma dai se non prendo le vitamine per una volta, cosa potrà mai succedermi? Meglio non rischiare, non vorrei ritrovarmi con qualche muscolo in meno.

Bene, mi rivesto e girovago per la città in cerca delle vitamine, stanco ed affamato.

Buonasera signorina, cinque scatole di Supradyn per favore” – non si sa’ mai, lo scorbuto è sempre in agguato.

Finalmente di nuovo a casa, ecco, adesso il petto di pollo ha tutto un altro sapore.

  • Tempo impiegato per consumare la cena: dieci minuti cottura compresa.
  • Scopo raggiunto: non certo quello di saziarmi, anzi, ancora peggio.

E adesso? Guardo un po’ di televisione. Che film danno? “La grande abbuffata“, meglio girare, pubblicità: “grana padano” –  “fila e fondi” – “prosciutto di Parma” – “Viennetta Algida“… Nooo! Basta! Non potete torturarmi così! Ho talmente fame che potrei trasformarmi in un redivivo Conte Ugolino e sbranarmi il vicino di casa crudo e con i vestiti addosso. Forse è meglio andare a dormire se no mi agito e devo prendere la valeriana… per mandare giù il Valium.

Ma chi è che suona così mentre sto finendo di mangiare il secondo chilo gelato con panna?

Ah è la sveglia, stavo ancora sognando… Ma sono già le sei e trenta; si è vero, ma devo fare la cyclette che ho strategicamente piazzato nel bagno. Pedalata di quaranta minuti (infiniti), doccia corroborante e poi fresco come una rosa diretto in ufficio. A proposito, cosa mi metto stamattina? Per le camicie nessun problema, il look comodo è di moda; ma con i pantaloni è un disastro, dieci chili fa andavo bene, adesso potrei comodamente ballarci dentro. Provo a mettermi il vestito della cresima, magari mi entra.

Ore dodici e trenta, primo allenamento, sono in corsa contro il tempo, bevo il frullato di proteine in macchina e mi sbottono la camicia in corsa, attraversando la hall della palestra. Un gruppo muscolare, con felpone e cuffiette del walkman per dirottare eventuali chiacchieroni e attaccabottoni, immancabili in ogni sala che si rispetti.
Per metà del pomeriggio rischio di addormentarmi ad ogni battito di ciglia, ma devo assolutamente riprendermi, stasera ho gambe e devo essere in forma. Infatti, eccomi qua, nel tentativo di sollevare carichi che ogni giorno diventano più pesanti e a percorrere chilometri e chilometri in bicicletta senza mai spostarmi dallo stesso posto.

La segretaria mi sta chiamando, mi vogliono al telefono, proprio mentre sto provando la routine di pose; è la mia fidanzata. “Ciao cara, sei tu? No non mi disturbi affatto (bugiardo), dimmi! Si certo che passo a prenderti. Come dici? Dovrei ritirare la torta per il compleanno di nonna, poi portarti a casa dalla tua amica, poi tornare a riprenderti perché verso mezzanotte si va in discoteca. Ho capito bene? Perfetto, senti tu ora: fai gli auguri a tua nonna, salutami quella racchia della tua amica e poi, vai in discoteca e fidanzati con John Travolta, che tanto io non mi offendo!! Addio Amore…!!”

E’ bello sapere che chi ti sta vicino ti capisce e che, anche a costo di soffrire con te in silenzio, non ti fa pesare il momento critico. Si è bello, peccato che non sia vero! Ricordo che la mia ex degli Italiani dell’88 era durata parecchio mentre la mia ex degli Europei del ’90 si è arresa alla ricarica dei carboidrati. Questa poi, non avrei mai detto che finisse così precocemente, non sono nemmeno in scarica, mah!

Ed eccoci di nuovo liberi di pensare, di agire, di fare qualsiasi cosa. Si ma cosa? Non so’ cosa fare, forse non è già abbastanza quello che faccio, forse è anche troppo. Ma poi alla fine, chi me lo fa fare? Sarò magari io che non vado, possibile che sia io che sbagli? Ma no, no, cosa vado a pensare. Hey IRONMAN, riprenditi, hai una missione da compiere! Sì così dev’essere, altrimenti non si giustificano tanti sacrifici e tali rinunce. Io ho una missione da compiere: arrivare vivo il giorno della gara.

Ma quanti anni sono che gareggio? Neanche me lo ricordo più, dieci? Acc…e sono ancora qui a sbattermi. Beh, in fondo questi dieci anni sono volati e oltre a non sentirli, se non fosse qualche giuntura dolorante, mi sono anche divertito un mondo. Alt! Basta filosofeggiare, non fa parte del carnet del bodybuilder precontest che si rispetti, che mette il cervello nel freezer e lo riprende dopo la gara, se lo trova ancora. Quindi bando ai sentimentalismi e via…alla ricerca del petto di pollo perduto.

Inizia un’altra giornata, meno quindici giorni alla gara. “Ciao come ti va’ la vita?“. Mi giro e vedo un mio vicino di casa, da piccoli si giocava insieme per strada (mbeh! anche i bodybuilder sono stati piccoli una volta).
– Lui: “Ma cosa ti è successo? Sei dimagritissimo e quasi carbonizzato, tutto bene?
– Io: “Si, no, è che…sai vestito non rendo tanto, però spogliato…il fatto è che tra pochi giorni ho la gara
– Lui: “Ah si ricordo, un’altra delle tue famose gare, ma non hai fatta una circa sei mesi fa?
– Io: “No è sempre la stessa che sto preparando da sei mesi
– Lui: “Dimmi dov’è, almeno una volta voglio venirti a vedere, è una vita che lo voglio fare, fin da quando hai iniziato, ricordi? Eh raccontami come si svolge, cosa si fa, quanti siete e quanto tempo dura la tua prova?

…già quanto tempo…DUE minuti.

Johnny

4 commenti su “Dare la vita per DUE minuti (preparazione per una gara di Bodybuilding)”

  1. due minuti che valgono sacrifici per una vita intera,,,mah…
    evidentemente due minuti su quel palco per qualcuno sono veramente tutto…
    sarebbe facile giudicare…
    in ogni caso il sacrificio fisico per raggiungere un obiettivo ci può stare, quello che non ci sta è quello emotivo ed emozionale,….non è una gran vita…
    esiste un giusto compromesso per tutto, un po’ di palestra ed un po’ di vita fuori dalla palestra…
    come ci si merita un bel fisco frutto di una vita sana e costante attività fisica, ci si merita anche un ottima vita sociale affettivamente appagante
    le relazioni affettive alle volte sono sacrificanti come una palestra!!..ma ne vale la pena
    complimenti per gli articoli…un po’ per volta me li leggo tutti…sono troppo interessanti!!

    1. Ciao Donatella! Grazie per il commento e per i complimenti sempre molto graditi 🙂
      Qui ho voluto riportare una verità diciamo un po’ “dietro le quinte”, così da far capire cosa significa per chi ci tiene davvero, fare tanti sacrifici…poi ovviamente è naturale che si pensi quanto il gioco possa valere la candela o meno.
      Io penso che ciò che conti siano la serenità e la soddisfazione personale, a patto sempre di non rovinarsi l’esistenza.
      Saluti
      Marco

  2. Questo racconto potrebbe essere trasposto per diversi contesti, anche lavorativi. Spesso non si vedono i rischi che si nascondono dietro a certe ambizioni. Coltivare le proprie passioni è sacrosanto, ma bisogna sempre stare attenti a non farsi travolgere troppo. Un saluto!

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