Una mattina come altre ero indaffarato a sistemare alcune cose nella vecchia casa al mare, luogo in cui vivevo quando ero adolescente e come accade immancabilmente quando metti le mani nei cassetti o negli armadi in cui non guardavi per anni, iniziano a saltar fuori cose di cui avevi dimenticato l’esistenza… Mi ero così imbattuto anche in una di quelle vecchie riviste di bodybuilding. Così iniziando a sfogliata e ero stato preso innanzitutto da un po’ di malinconia…
La rivista risaliva al 2002, quando ancora Ronnie Coleman deteneva il titolo di mister Olympia da alcune edizioni, tanto per capirci, era la quinta di seguito per l’esattezza. In particolar modo ero rimasto colpito da un articolo, dove un famoso culturista, Ernie Taylor (1,78 m. per 113 kg, allora), rilasciava una sorta d’intervista, dove parlava tra le altre cose della sua dieta da bodybuilder pro.
Hai presente quell’espressione-citazione da Blade Runner: “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare”? Ecco, è esattamente ciò che mi era saltato alla mente mentre la sfogliavo. Quella che stavo leggendo, più che una dieta da bodybuilder, la si potrebbe definire una dieta da dinosauro e per giunta T-Rex!
Tieniti forte perché ora ti elenco quello che lui, ma anche molti altri culturisti “dichiaravano” di mangiare, a circa sette settimane prima della gara (in questo caso parliamo proprio di Mr. Olympia). Stiamo quindi parlando di regimi alimentari dove i carboidrati iniziavano ad essere “pochini” rispetto alla Off-Season, ma in compenso rimanevano all’incirca sui 500 gr. di proteine al giorno. Si si, hai letto bene, 500!
Attenzione, i numeri che stai per leggere sono solo a puro scopo ludico-informativo (e aggiungerei teatrale) da non imitare assolutamente. A meno che uno non voglia ritrovarsi con fegato, intestino… o soprattutto reni che chiedono pietà.
La sua dieta da bodybuilder dell’epoca, era composta da: 40 uova al giorno, di cui solo 6 intere con il tuorlo, delle altre consumava solo gli albumi (probabilmente all’epoca non erano ancora molto diffusi gli albumi in bottiglia). 700 grammi di filetto di manzo, due polli interi, 700 grammi di merluzzo e tre shake proteici. L’apporto di carboidrati era costituito da 100 grammi di avena per il porridge, due porzioni da 100 grammi di riso integrale e 4 patate dolci da 100 grammi l’una. Ovviamente il peso delle fonti, sia per ciò che riguarda i carbo che le proteine, si riferiva agli alimenti crudi.
Tutto questo in una giornata! Semplicemente pazzesco.
Ovviamente non possiamo sapere se poi fosse realmente così alla lettera, spesso questa sorta di pseudo-interviste venivano gonfiate a dovere per spettacolarizzare i titoli e vendere più copie. E naturalmente anche i vari inserzionisti, tra cui venditori di integratori in primis, ci mettevano del loro per far sembrare tutto “indispensabile”.
Bisogna in ogni caso tenere presente che questi colossi sono agli estremi opposti della fisiologia di un soggetto Natural, hanno tutto alterato, compresa la sintesi proteica. Pertanto non si può di certo immaginare quali risultati possa restituire uno schema alimentare del genere, su atleti e soggetti non dopati. L’unica cosa abbastanza certa è che porterebbe a seri problemi all’organismo, a partire dal tratto digerente. È quasi inevitabile.
Ciò che ogni sportivo deve fare è preoccuparsi di garantirsi un piano alimentare equilibrato, con un apporto adeguato di tutti nutrienti, che rispetti quelli che sono i suoi reali fabbisogni in termini di calorie e gestione dei macronutrienti.
Mi raccomando, ripeto ancora una volta di non imitare assolutamente esempi di questo genere, anche se francamente lo credo ben poco possibile… una persona “comune” (ma anche sportivo amatoriale) rischierebbe di esplodere, se quantomeno non ci arrivasse per gradi. Poi per carità, sappiamo anche che ci sono atleti di alcune discipline, che ingurgitano qualcosa come 7-8mila kcal al giorno… a volte anche di più… come si era letto ad esempio a proposito di Michael Phelps e della sua dieta da 10 mila kcal al giorno. Ho postato questo esempio con un po’ di leggerezza”, dal momento che so che molti, soprattutto appassionati di questa disciplina e di queste vecchie riviste, si sono chiesti spesso cosa potessero mai mangiare questi bestioni.
Colgo anche l’ulteriore occasione per invitare a praticare questo sport in maniera naturale, ricordando ancora una volta che gli effetti collaterali degli steroidi sono molto pericolosi e in molti casi irreversibili.
Lascia pure il tuo commento qua sotto, fammi sapere cosa ne pensi.
Personal Fitness Trainer certificato ISSA. Motivatore e grande appassionato di sport e cultura fisica. Specializzato in allenamento e corretta alimentazione sportiva.
Muscoli e nutrimento impeccabile, sono il segreto per salute, prestanza e longevità. Ma ognuno necessita del suo programma…
Interessante, anch’io ero pieno di quelle riviste…mi hanno trasmesso una bella dedizione devo ammettere. Per quanto riguarda la dieta di Ernie Taylor è chiaro che va riferita ad atleti dopati che partecipano ad eventi mirati tipo l’Arnold Classic. Oltre che impensabile per un atleta natural ingerire tutte quelle calorie costerebbe pure troppo non credi?
Eh si Francesco, in effetti una dieta del genere verrebbe davvero a costare un esagerazione, almeno 50 euro al giorno, cosa che potrebbe permettersi solo chi ha qualche sponsor alle spalle. Poi ti dirò, a seconda di dove vengono acquistati gli alimenti i prezzi possono ulteriormente lievitare…io ad esempio consiglio sempre di avere un macellaio di fiducia e di lasciar perdere la carne del supermercato, poi a quelle quantità a maggior ragione…però la qualità si paga.
In ogni caso si, una dieta così per atleti natural è impensabile.
Sono d’accordo con te, le riviste di quel tempo davano grinta e dedizione, ma bisogna sempre analizzare bene quello che si legge perché non tutto è da prendere in considerazione, proprio in virtù del fatto che quei campioni non sono come noi.
Saluti.
Marco.
bè ma si sa osservando gli agonisti a questi livelli,sopratutto dagli anni 90′ in poi mi pare che stia divenendo sempre piu’ sottile il confine tra uomo e macchina
Ciao Simone,
grazie per il tuo commento. Si in effetti, osservando i loro allenamenti e i carichi utilizzati, viene da pensare che non siano poi tanto umani. 😉
Ma dietro c’è comunque una genetica di base straordinaria. Non è solo utilizzando particolari prodotti o farmaci che si può arrivare a quei livelli.
In ogni caso come tutto, anche lo sport e il corpo portati all’estremo non sono mai indice di salute.