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Parlare di alimentazione non è mai semplice… Cibo e mente: un legame diretto

parlare di alimentazione

Lavorando in questo settore e avendo a che fare con diverse categorie di persone, quando arriva il momento di parlare di alimentazione e nutrizione non è mai facile, perché cibo e mente hanno un legame diretto molto forte, che interessa la sfera emotiva, le dipendenze e che può determinare/condizionare le scelte, le abitudini e lo stile di vita.

Nello specifico ci si trova spesso a dover affrontare due situazioni diametralmente opposte…

Vittime dell’abbondanza

Da un lato ci sono quelli da (ri)educare completamente, che purtroppo sono vittime dell’abbondanza di cibo, che oggi risulta facilmente reperibile per tutti e che ahimè, per la maggior parte, risulta di pessima qualità.

In questi casi bisognerebbe parlare proprio di Educazione Alimentare (una materia che andrebbe inserita nelle scuole).

Parlare di alimentazione

Quelli che non si fanno mai mancare tutto il vario corollario di pizze, birre, lasagne, aperitivi, fast food, dolci… e naturalmente, pane come se non ci fosse un domani.

Quelli assuefatti dai gusti, dai condimenti, che non sono più in grado di riconoscere il sapore naturale del cibo, ma che si aspettano al palato l’alterazione totale del gusto.

Per tutti questi casi, trova giusta collocazione quella citazione sarcastica che girava ultimamente sul web, tra le tante che si leggono quotidianamente:

“Ho le ossa grosse…
Ho il metabolismo lento…
Ho la ritenzione idrica…”

….

“No tesoro.
Il tuo problema è che hai il frigorifero.”

Ecco, guardandola dal punto di vista pratico-biochimico, in questa categoria rientrano tutta quelle persone che ingrassano perché hanno il frigorifero… o la dispensa (che forse è anche peggio). Ovvero, ingrassano perché mangiano troppo, rispetto alle reali necessità (guardando al fabbisogno calorico) e perché mangiano perlopiù spazzatura alimentare (guardando ai nutrienti).

Esistono eccome le dipendenze dal cibo

Non si ingrassa solo per le calorie, che ovviamente rimangono la ragione principale, ma anche per via delle pessime scelte alimentari.

Oggi, molto spesso, si consuma roba che non sarebbe nemmeno definibile come cibo. Infatti, non si possono non considerare le risposte metaboliche o ormonali date dai singoli alimenti (insulina in primis), senza contare che, molti di essi, creano per l’appunto DIPENDENZA vera e propria.

Glutine e latticini ad esempio, interagiscono con i recettori oppioidi del cervello (è la stessa area in cui interagiscono le droghe), tant’è vero che la gente oggi non può letteralmente fare a meno di alimenti come pane, pizza, latte, formaggi ecc.

Basti pensare a quante persone comprano il pane in anticipo, quando magari si prospettano uno o più giorni di festa, per paura di rimanere senza in casa. Una vera e propria sorta di panico!

“Oddio e se rimaniamo senza pane, come facciamo?”.

Se non è dipendenza questa…

La gente di notte sogna i biscotti, non di certo i petti di pollo

E ancora, a proposito di dipendenza…
  • “Mangio tutto quello che mi consigli ma non togliermi il pane!”
  • “La pasta mette allegria!”
  • “Non potrei mai privarmi della mia tazza di latte caldo al mattino!”
Queste sono frasi della gente eh… e dovrebbero indubbiamente far riflettere. Indipendentemente dal fatto che questi alimenti si potrebbero anche consumare in maniera moderata (c’è sicuramente di meglio da scegliere), se vengono gestiti bene dal soggetto,  tuttavia, trovo inaccettabile avere la vita così condizionata dal cibo, qualsiasi esso sia.

E poi, oltre a tutto ciò che abbiamo visto, mettiamoci anche il risvolto psicologico legato alle (in)soddisfazioni personali e alla gratificazione e abbiamo completato il quadro.

Tuttavia, devo anche dire che troppo spesso si tendono a trovare mille scuse e motivazioni a determinate scelte, quasi come se si volesse giustificare qualcosa a prescindere.

Facendo questo lavoro, impari a conoscere la gente e spesso devi diventare anche un po’ “psicologo”… Attenzione, lungi da me dal volermi sostituire agli specialisti di quel settore, ASSOLUTAMENTE! Si tratta ovviamente di un modo di dire. Però per esperienza, posso ormai fare alcune affermazioni:

  • Purtroppo le persone mentono, mentono al loro coach, al loro medico, mentono anche a sé stesse.
  • Problemi come ansia, attacchi di panico, depressione e quant’altro, li abbiamo quasi tutti ormai, la serenità è una cosa difficile da trovare, in una società che ci tiene sempre sul filo, sempre di corsa, sempre sul giudizio…
  • I veri “squilibri ormonali” (che spesso vengono citati) sono di molto inferiori al 3%. Con i dovuti programmi e con le giuste scelte, si migliora senza grossi problemi, in quasi tutti i casi. Ma bisogna essere disposti a farlo, bisogna seguirli questi benedetti programmi!
  • Non si migliora con coccole e bacini, ma ci vuole disciplina, ci vuole uno scrollone e bisogna essere disposti a cambiare la propria vita e le proprie abitudini, anche radicalmente. Finché ci sarà chi dice “poverini“, certe persone non cambieranno mai.
  • Tutti abbiamo due gambe, due braccia e una testa per pensare e agire… e a tal proposito, invito a osservare le varie foto e video di chi i problemi li ha sul serio, di chi pur avendo magari perso una gamba, un braccio o si trova sulla sedia a rotelle, si allena dando il massimo ugualmente, spesso molto più della controparte “normodotata” e ottenendo risultati stupefacenti.

Ecco perché la citazione vista poco sopra, è spudoratamente vera nella maggior parte dei casi

”La gente ingrassa perché ha il frigorifero…”.

Chi vuole cambiare davvero, trova il modo di farlo o di farsi aiutare a farlo. Chi invece vuole trovare scuse, resterà sempre nel suo brodo di certezze.

Non esistono trucchi, scuse e segreti, esiste solo il voler cambiare davvero, informarsi su come farlo al meglio e farsi il culo per ottenere risultati.

Non è facile lo so… non è facile per nulla, nessuno sosterrà mai questo!

E poi a volte ci sono anche tanti paradossi e controsensi… come quando incontrano il dietologo (o la nutrizionista) che gli rifila una dieta prestampata da 800-1000 kcal al giorno, magari senza aver fatto nemmeno una valutazione della composizione corporea… e consigliando poi di “non praticare attività sportiva, per evitare che venga lo stimolo della fame”.

Secondo te si può commentare una cosa del genere? Io evito perché altrimenti mi incazzo e mi sale il crimine… Ma è una situazione che mi sono ritrovato davanti più volte nel mio lavoro, parlando con i colleghi, con i vari clienti o leggendo i loro fit-check.

Capisci ora perché diventa così difficile anche solo parlare di alimentazione con le persone?

Quando il cibo diventa una delle principali ragioni di gratificazione o per ottenere soddisfazione o appagamento, allora probabilmente è il caso di lavorare un po’ più su se stessi e capire magari che cosa manca nella propria vita. Per molti, ahimè, diventa davvero l’unica alternativa… molta gente trova nel mangiare, l’unica valvola di sfogo o di soddisfazione.

Bisognerebbe imparare a riempire la vita, non la pancia

Ecco perché, forse, molti per dimagrire dovrebbero andare prima dallo psicologo e poi magari dal dietologo. Chiunque presenti dei problemi, DEVE farsi aiutare da chi di dovere.

Perennemente a dieta… nel modo sbagliato

Ho parlato prima di due situazioni opposte, poiché dall’altro lato invece, ci si trova ad aver a che fare con coloro che sono già nell’ambiente Fitness, Bodybuilding o dell’allenamento in generale, magari da tempo… e vogliono quindi raggiungere determinati obiettivi, come dimagrire ulteriormente, fare definizione, ecc.

Molto spesso sono perennemente ossessionati dal grasso, perennemente “a dieta” e commettono errori madornali, come quello di eliminare i carboidrati, dimenticandosi (o non conoscendo) nella stragrande maggioranza dei casi, di come funziona il corpo nella sua fisiologia umana.

In altre parole, è gente che mangia troppo poco rispetto alle reali necessità! E farglielo capire diventa un’impresa assai ardua.

Qui come al solito sono le donne ad aggiudicarsi lo scettro dei problemi legati alla scarsa alimentazione, per molte di loro si potrebbe parlare di paura di mangiare. A volte arrivano addirittura al punto di perdere il ciclo e, purtroppo, molte non si rendono nemmeno conto della gravità della situazione.

Già… ma tu prova ad andare a dire a questi soggetti, che la soluzione dei loro problemi è allenarsi di meno e mangiare di più… non lo accetteranno mai!

Nel mondo dell’allenamento e della palestra, finché si mangia e si spinge va tutto bene (o quasi)… i problemi iniziano a saltare fuori quando la gente vuole vedere la tartaruga ed inizia a togliere il carburante.

Quando si mangia troppo poco

Problemi, perché come avevamo già visto in altri articoli, più l’alimentazione è ipocalorica, più velocemente il metabolismo rallenta. Questo poi comporta tutta una serie di effetti negativi a cascata, tra cui anche l’abbattimento della produzione ormonale… e spesso il grasso rimane lì al suo posto (meccanismo di sopravvivenza e difesa), soprattutto quello più ostinato, mentre purtroppo, si perdono acqua e muscoli (un disastro).

E allora come si fa?

Gli eventuali tagli calorici, vanno fatti con criterio, senza esagerare con il range (mediamente tra il 10 ed il 20%, rispetto al VERO fabbisogno) e con le dovute strategie, inserendo opportune ricariche, gestendo bene i macronutrienti e le calorie nel corso della settimana… Alla faccia di quelli che: “il conteggio delle calorie è passato di moda”.

Ma soprattutto, prima di potersi permettere di tagliare ulteriormente l’apporto calorico, bisognerebbe essersi garantiti un metabolismo elevato! Altrimenti, come si può pensare di ridurre ancora qualcosa che si trova già in basso?

Questo è un argomento che ho trattato in dettaglio qui:

Massa muscolare e metabolismo: aumentali entrambi per dimagrire

La maggior parte delle persone là fuori, non dovrebbero nemmeno pensarci di “mettersi a dieta”.

La fisiologia umana parla sempre molto chiaro:

NON PUOI TOGLIERE IL NUTRIMENTO ALLE CELLULE!

Se ti alleni DEVI mangiare!

Quando io rompo le balle con le calorie e i macronutrienti, non lo faccio per creare paranoie o paura delle calorie o paura di mangiare o per far diventare dei fissati, al contrario, spesso lo faccio perché le persone si assicurino di mangiare abbastanza!

In entrambe le situazioni che abbiamo visto in questo post, può capitare di trovarsi di fronte a persone che provengono appunto da battaglie psicologiche, che le hanno portate ad incontrare magari decine di nutrizionisti, dietologi e altri professionisti, più o meno abili nel loro lavoro e/o intuitivi nel capire il soggetto che avevano di fronte.

In molti casi nei loro occhi, si può quasi trovare una sorta di disperazione, della serie: “ormai le ho provate tutte…”. Del resto, se pensi che possano aver incontrato i fenomeni delle diete da 1000 kcal visti sopra, è comprensibile.

Serve contare le calorie?

Purtroppo ci sono anche quelli che affermano che “il conteggio calorico non va più di moda”

Sì, magari per la famosa zia Pina, che ha sempre passato la sua vita tra telenovele e giornali di ricette e alla quale parlare di numeri e calcoli, sarebbe come parlare dello schema elettrico di Boeing e non lo accetterebbe mai. Per lei potrebbe anche bastare fare delle scelte alimentari migliori, ridurre le porzioni a occhio ecc. Ma non certo per noi! Non per chi si allena e ricerca risultati e specificità. Noi dobbiamo sapere esattamente cosa introduciamo, in termini di calorie e soprattutto di macronutrienti. E con il tempo, l’obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare a mangiare tanto e in maniera selettiva.

Sì, lo so… quando parlo di migliorare le scelte, a volte, per molti, potrei risultare un po’ talebano, perché per quanto mi riguarda, certe categorie di alimenti andrebbero proprio eliminate.

Sarebbe troppo bello se tutti si mettessero a mangiare carne, pesce, uova, riso, avena e verdure (perché raccontiamoci poche balle, questi sono gli alimenti che funzionano e che servono…).

Mi rendo conto però che la dieta deve anche essere sostenibile, altrimenti si tende a mollare, infatti, nella maggior parte dei casi, i primi risultati li ottengono anche, però poi non riescono a mantenerli. Perché le persone sono appunto abituate a gratificarsi col cibo.

E mi rendo conto che nel paese della pasta, del pane e della pizza, sperare che le persone inizino ad alimentarsi nel modo che piacerebbe a me, è utopia, quindi si cerca di salvare il salvabile, almeno con il controllo.

Il tipo di “comunicazione alimentare”, nel rapporto tra professionista (di qualsiasi genere) e cliente, diventa decisivo e diventano decisive anche le parole da scegliere. Perché in questi casi, qualsiasi affermazione del tipo “vediamo come procede strada facendo”, viene interpretata da loro come insicurezza.

Purtroppo però è proprio così che vanno affrontate le situazioni ed è così che bisogna ragionare. Perché il metabolismo di un soggetto è sempre in continuo mutamento nel tempo, in base al tipo di allenamento e alimentazione che gli vengono somministrati. Non si può pensare di essere sempre le stesse persone, ad esempio dopo un paio di mesi di dieta e allenamento. Altrimenti non avrebbe nemmeno senso fare tutto quel discorso sul potenziamento metabolico.

Personalizzare sempre

Se queste variabili cambiano sul singolo soggetto, immagina quanto potrà mai cambiare tra persone differenti, con caratteristiche fisiche differenti, che svolgono attività, lavori ed allenamenti differenti.

Tutto questo però ovviamente non piace ai promotori dei protocolli universali e preconfezionati, così come ahimè, non piace molto nemmeno ai diretti interessati, perché è più facile avere la pappa pronta, facile da seguire e sempre uguale no?

Si parte sempre dal soggetto non dal metodo.

Ricorda che nessuno ti regala nulla in questi contesti. Nessuno verrà mai a suonarti il campanello a casa, per portarti quello desideri. Devi alzare le chiappe andare a prendertelo.

È più che giusto farsi aiutare da chi di dovere, con cui parlare di alimentazione nel modo più appropriato, per capire magari quali direzioni prendere, anche per non ricadere nei soliti errori comportamentali. Ma ricorda che tutto parte sempre dalla TUA testa.

10 commenti su “Parlare di alimentazione non è mai semplice… Cibo e mente: un legame diretto”

  1. Ciao Marco, tutto quello che scrivi ha molto senso anche perché si capisce che alla base non ci sono semplici opinioni, ma studio, esperienza e passione. Ho letto il tuo super report sull’alimentazione che condivido nei principi generali, ma nutro alcuni dubbi alla luce di recenti letture circa il rapporto tra riduzione calorica e salute. Fra i tanti credo che il più autorevole sia lo studio di Walter Longo riassunto nel suo libro La dieta della Longevità. C’è molto in comune tra le sue ricerche e i contenuti dei tuoi articoli, ma ad un certo punto prendete due strade diverse: Longo suggerisce una dieta vegetariana con pesce 2/3 volte a settimana, riduzione calorica e ciclicamente periodi di digiuno controllato (la c.d. dieta mima digiuno). Che ne pensi?

    1. Ciao Andrea,
      Ti ringrazio molto per l’acquisto effettuato e per aver seguito con interesse il mio lavoro online finora.

      Che possiamo dire sulla DIETA MIMA-DIGIUNO: Il Medioevo che si spaccia per attualità.

      LE IENE, uno dei peggiori programmi spazzatura della televisione italiana, principe della disinformazione, avevano fatto uno spot, farcito dal solito sensazionalismo acchiappa consensi che li contraddistingue da sempre (oltre al fatto di avere sempre tutto architettato a dovere) a favore del nuovo (para)guru Longo, che come lo ha definito il nostro caro collega Paternò, altro non è che un vegano travestito da scienziato, che ha inventato (e vende) la sua dieta salva vita-salva-cancro, salva-sclerosi e salva-tutto, studiando solo i topi e agitando il solito specchietto dei centenari associati strumentalmente alla dieta. La ragione opercolata dentro un carico di già visto e già sentito nel mondo delle diete di tendenza, preconfezionate ed universali per tutti, dalla nonna sedentaria al 30 enne sportivo. Eh beh, ottimo non c’è che dire!

      Sicuramente bisogna riconoscergli il fatto di essere stato furbo, per aver preso concetti medievali (digiuno) averli rielaborati ed impacchettati a dovere. Un ottimo markettaro!

      E poi vogliamo parlare del kit del digiuno venduto nel protocollo? Olive in busta e minestrone liofilizzato… dai su? per favore… ma di che parliamo??

      Nota: qualsiasi strategia, compreso il digiuno, dev’essere individualizzata sulla base di un esame della composizione corporea e di un fit check. La scienza ci darà la risposta al di là della faciloneria da talk-show…

      E qui il fatto è che la gente non conosce la biochimica e non sa che esiste un BILANCIO CALORICO GIORNALIERO E SETTIMANALE. Alla gente piace farsi prendere per il culo con la “novità” facile da seguire. 

      In fase ipocalorica la settimana si può  impostare in mille modi…
      – Tutti i giorni leggermente ipocalorici…

      – Giorni mediamente ipocalorici, alternati a giorni normocalorici

      – Giorni fortemente ipocalorici, alternati a giorni ipercalorici

      E alla fine della settimana abbiamo ottenuto sempre un deficit energetico. Magari identico a quello ottenuto inserendo giorni di digiuno  Che è ciò che conta in tutto questo discorso. 

      Ma chi si sbatte a calcolare cosa introduce? Pochi…

      Torno quindi a ripetere che chi si allena con una certa intensità e regolarità, dovrebbe puntare a mangiare tanto ed in maniera selettiva. 

      A cui alternare poi periodi di dieta ipocalorica ben progettata.

      Il tutto per favorire ed ottimizzare al massimo la massa magra. Vera centrale energetica del nostro corpo e vero elisir di lunga vita. 

      Il resto… marketing. 

      E le proteine che c’interessano principalmente sono sempre quelle arrivano da tutto ciò che vola, nuota e cammina… e relativi derivati (latticini con estrema moderazione e selezione).

      Per la carne il problema riguarda le eventuali pessime scelte che si fanno, i metodi di cottura aggressivi ed inadeguati e la mancata associazione di abbondanti quote di vegetali. 

      È chiaro quindi che se uno va a comprare la carne in offerta al supermercato o peggio ancora al discount, farebbe prima a non mangiarla.
      Macellaio di fiducia per il pollo… Solo Grass Fed per la carne rossa. 
      Evitare o ridurre al minimo il maiale. 
      Evitare salumi e insaccati.

      Ormai ho perso il conto delle volte in cui ho dovuto ripetere questi passaggi, negli articoli, nei commenti, nei post…

      Come detto quindi, non è necessario ricorrere a digiuni se si può ottenere lo stesso risultato inserendo dei periodi di dieta ipocalorica ben programmata e non è certo necessario passare ad una dieta vegetariana.

      A meno che, come detto sopra, uno non scelga solo spazzatura… porta pazienza, nulla di personale, ma a volte mi cadono davvero le braccia quando sento certi discorsi. 

      In ogni caso tutto quello che c’era da dire sull’approccio vegetariano da parte mia, l’ho scritto in questo articolo:

      http://muscolarmente.com/alimentazione-vegetariana-e-sport-mah-dipende

      Arrivati ad un certo punto bisogna poi fare delle scelte e capire con chi ci si trova più in sintonia. 

      Saluti e buon allenamento

      1. In effetti quando ho scoperto il contenuto del “pack” di L-Nutra sono rimasto spiazzato. Un vero pacco in tutti i sensi… Beh, io non condivido tutto quello che scrivi, ma rispetto ogni cosa che dici perchè rappresenta un costante stimolo all’approfondimento e la verifica e per questo ti ringrazio immensamente. Scelta sì, ma consapevole.
        Sul fronte allenamento, invece, dopo aver letto e aver cominciato ad applicare i suggerimenti contenuti nel Super Report – Allenamento con i Pesi, devo dire che… stanno arrivando i risultati! E non lo dice un ragazzino che ha messo per la prima volta il piedi in palestra, ma un 50enne che ha sollevato tonnellate di “ghisa” (a caso) senza nessun risultato prima d’ora. Ho capito dove sbagliavo e soprattutto perchè e con piccoli aggiustamenti (fondamentali) è cambiato tutto.
        Si dice che il Maestro arriva quando l’allievo è pronto…
        Ancora un grazie infinito.

  2. Ciao Marco, grazie per i tuoi articoli molto dettagliati.
    Sono sparita per un bel po’ a causa di problemi familiari molto, molto gravi ma ora è tempo di riprendere tutto il percorso, forse da capo…ma non mi scoraggio e vado avanti con i tuoi consigli.
    Tornando alla vita “normale”, ho notato un nuovo programma TV molto seguito, la Clinica per rinascere di Caserta, dove sono ricoverati pazienti obesi di oltre 200 kg che intraprendono un percorso di dieta prima dell’intervento. Ebbene, in una puntata ho sentito le dietologhe parlare con una paziente dei processi di chetosi necessari al dimagrimento. “Se il corpo non va in chetosi, non dimagrisci e non ti possiamo operare!”
    Vogliamo fare di nuovo chiarezza sull’argomento? Temo che un tale messaggio, veicolato in TV non da un guru qualunque, ma da medici che lavorano in un ospedale, possa essere ampiamente frainteso e spinga di nuovo soprattutto noi donne ad abbracciare i “regimi” alimentari puramente chetogenici, con tanti saluti a tutti i carboidrati, e anche ad un congruo apporto energetico che ci consenta di VIVERE!
    Ora ti saluto e mi accingo a mangiare la mia bistecca della domenica, ovviamente bene accompagnata da patate, peperoni ed insalata mista!
    (E comunque sì, le donne carnivore esistono! ?)
    Ciao e grazie sempre! ?

    1. Ciao Filly, ben tornata.
      Mi dispiace molto per i tuoi problemi familiari, spero che ora le cose vadano meglio.
      Beh l’argomento ormai è stato trattato innumerevoli volte, sia qui sul blog in determinati articoli, che puntualmente sulla pagina Facebook. Faccio da sempre fin troppe campagne informative su questo.
      Ho parlato di quanto sia inadeguata la dieta chetogenica nel Bodybuilding qui:
      http://muscolarmente.com/dieta-chetogenica-e-body-building

      E di come sia sbagliato eliminare completamente o ridurre troppo i carboidrati qui:
      http://muscolarmente.com/carboidrati-e-definizione-muscolare-non-eliminarli

      Tuttavia ATTENZIONE, bisogna sempre ricordare che quando faccio questi discorsi, mi rivolgo a soggetti SANI, privi di patologie importanti o eventualmente leggermente in sovrappeso, che vogliono migliorare la loro composizione. Ci si rivolge quindi sempre ad un pubblico attivo e al contesto legato all’allenamento.

      Quando invece si parla di grandi obesi patologici, come quelli presenti in quel genere di trasmissioni, sono necessari altri tipi di approcci, che sono innanzitutto fuori dalle nostre competenze. Noi istruttori non ce ne dovremmo nemmeno occupare… Sono soggetti che devono essere gestiti da uno specialista, in campo medico e in molti casi possono essere decisi regimi alimentari totalmente differenti rispetto a quelli più convenzionali ed equilibrati. Possono così essere prese decisioni come quella di scendere sotto il basale o impostare diete chetogeniche, anche perché a certi soggetti i carboidrati non glieli puoi dare! Sia perché spesso non hanno abbastanza serbatoi (muscoli) dove immagazzinarli, sia perché a livello metabolico non sono in grado di gestirli e sia perché spesso si parla di soggetti che nemmeno si possono allenare, viste le loro moli.

      Dunque possiamo dire che in questi casi bisognerebbe più che altro mettere una sorta di disclaimer, che ricordi che questi regimi alimentari non devono essere utilizzati in maniera autonoma da chiunque, ma solo a livello medico, su soggetti che realmente ne abbiano bisogno.
      Saluti

  3. Ciao Marco, infatti il mio “vogliamo” era molto generico e non riferito direttamente al tuo sito, ci mancherebbe: intendo che non si chiarisce mai abbastanza il fatto che ogni storia è a sé e non si può generalizzare né il piano alimentare né quello sportivo, anche se qualche trasmissione televisiva sembra asserire il contrario o non definisce bene le differenze tra situazione patologica e sovrappeso non correlato a malattie particolari.
    Io non ho superato ancora il momento difficile ma conto di rimettermi presto in carreggiata.
    Grazie sempre per tutti i tuoi consigli davvero preziosi ed illuminati.
    A presto! ?

  4. Buongiorno Marco, rieccomi qui
    Dopo una settimana di rieducazione alimentare seguendo il tuo manuale ho capito un’altra cosa in merito a mente e cibo
    Se un dietologo ti dà lo schema alimentare, sembra sempre tutto poco e triste (dico diete vere, non 20 gr di pasta e 10 gr di carne), poi io oggi ho riletto il mio diario di questi giorni, con cibi scelti da me, e se qualcuno mi avesse detto di mangiare così, non lo avrei fatto.
    Chissà cosa scatta nel nostro meraviglioso cervello…

    1. Ciao Filly, da un lato questo potrebbe anche essere legato al fatto che, come dico in molte occasioni, c’è una bella differenza tra l’aspettarsi sempre il “lavoro già fatto” da seguire… senza conoscere… oppure interessarsi, essere consapevoli e imparare anche ad autogestirsi.
      Ovviamente io mi riferisco sempre a situazioni in cui non ci siano patologie. È chiaro che chi presenta delle problematiche, deve sempre in ogni caso, di base, rivolgersi ad un medico.
      Saluti e buona Corretta Alimentazione.

  5. Hai ragione, la differenza è questa: la consapevolezza. E poi devo dire che è giusto monitorare i risultati, però a volte alcuni specialisti si aspettano la macchinetta: dopo un mese, 5kg. Se ne hai persi 3, ti dimezzano la dieta oppure ti dicono che mangi di nascosto…invece da soli (consapevoli eh! Non di testa propria) può essere più semplice perché sai cosa fa bene davvero, in generale oppure a te personalmente. Per ora la storia funziona, poi si vedrà con le analisi e i controlli medici di routine…non finirò mai di ringraziarti! 🙂

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